La storia del restauro del "Teatrino" si perde ormai negli anni:
fu lanciata, infatti, in una freddissima sera del dicembre 1985. Allora sembrava a tutti un' utopia, anche se la configurazione ed il fascino del luogo ne faceva intuire le potenzialità. Il progetto realizzato si basa sulla trasformazione del vecchio spazio posto tra i sottotetti della Chiesa e il Sud della Cappella di S. Pancrazio in una piccola platea formata da un piano inclinato, in modo da assicurare una adeguata visibilità agli spettatori e allo stesso tempo di permettere l'uso della sala per esposizioni e altre iniziative. Lungo la platea, una controsoffittatura costituita da una serie di archi tra loro controventati, quasi a formare una sorta di "chiglia" longitudinale capovolta, conferisce a tutto lo spazio una centralità assiale. Gli spazi interni sono completati dal palco, recupero del vecchio palco del teatrino parrocchiale, dai servizi annessi, camerino e sala prova. I materiali usati, coerenti alla locale tradizione materiale sono stati il cotto, sia a sestini che nel classico formato rettangolare posto ad ammattonato, il legno degli archi e del pavimento del palco, il ferro lavorato delle strutture e dei lucernari, nonché la pietra arenaria ad integrare la pietra locale. All'esterno, il recupero degli spazi e dei resti della vecchia torre, zona denominata Torrione, costituisce un vero e proprio "foyer" aperto, formato dalla piazzetta in cui si affaccia l'ingresso del teatrino e della cappella di San Pancrazio, con il suo splendido portale quattrocentesco, e dalla struttura belvedere del serbatoio dell'acquedotto, da cui si domina la valle, permettendone la vista dai monti del Leonessano fino al Lago di Piediluco.
(progetto architetto Fabio Pitoni)