Castello Nobili Vitelleschi

Il castello di Labro fa parte di quel gruppo di insediamenti fortificati fondati per iniziativa signorile tra X e XI secolo sulle pendici sud - ovest delle montagne del gruppo del Terminillo.

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Descrizione

Merito della fondazione fu della consorteria dei Nobili che presero il nome eponimo dal loro castrum. É probabile che la consorteria dovesse per qualche verso avere legami di sangue con i conti di Rieti ed i loro parenti conti dei Marsi, grandi incastellatori dell'area appenninica occidentale. Il castello fu poi inglobato per un determinato periodo di tempo nel contado reatino prima di essere ceduto ai Vitelleschi nel Rinascimento. L'attuale impianto risale nelle sue linee essenziali alla metà del Quattrocento, quando il castello, ritenuto troppo ampio e difficilmente difendibile sia dalla consorteria dei Nobili, sia dagli abitanti, fu abbattuto con l'autorizzazione del comune reatino e le case, una quarantina, ricostruite addossate le une alle altre, per una popolazione grosso modo di 200 persone. Più tardi i Vitelleschi trasformarono la rocca in un castello-palazzo, più volte restaurato. Nel 1817, con la definitiva sistemazione dell'assetto della delegazione di Rieti, il comune di Labro, con 814 abitanti entrò a far parte del governatorato di Poggio Bustone.

 

Il Torrione

Dagli anni '70 il centro storico di Labro è stato interessato da notevoli interventi per il recupero degli edifici pubblici e privati.

Un'importante opera è consistita nella ristrutturazione di edifici provati e di ampi tratti di pavimentazione stradale. Il materiale scelto per il recupero è stato la pietra calcarea del luogo, utilizzata in ogni tipo di intervento: sia per le facciate degli edifici, sia per le pavimentazioni delle vie interne. Gran parte di esse sono state ripavimentate, ad eccezione delle aree interessate dal presente progetto.      

É fondamentale il recupero della scalinata che conduce Torrione e dell'area antistante la Chiesa della Collegiata ricreando così una importante continuità storico-architettonica offrendo uno spazio fruibile per la collettività      

La scalinata. Il recupero della scalinata è inteso come recupero della memoria storica del luogo. Infatti alcune documentazioni, acquisite nella fase di studio, hanno dimostrato che, anteriormente agli anni venti, la scalinata era costituita da due corpi di scale ai margini, e al centro da una pista che poteva essere percorsa da carri (carreggiata).Tale impostazione appare di grande funzionalità anche oggi, in quanto offre la possibilità di accedere alla parte alta del paese con automezzi o altri veicoli ruotanti.    

La proposta è quella di realizzare due corpi di scale, con al centro una pista carrabile. I materiali utilizzati saranno pietre di recupero, mattoni fatti a mano, ciottoli del luogo.          

Il torrione. Il progetto della zona del torrione si articola in due fasi: il rifacimento del manto erboso, con l'inserimento di opportune alberature per la formazione di zone ombrate, l'installazione di punti luce, ed il recupero della torre. Il recupero della torre va inteso come "recupero urbanistico", ovvero di reinserimento della torre nelle abitudini della popolazione.    

Le altre strade interne. A completamento dell'intervento è prevista la sistemazione di alcuni tratti di strade interne. Anche in questo caso il materiale utilizzato sarà la pietra calcarea, intersecata da mattoni fatti a mano. Le strade e i vicoli interessate sono: un tratto di piazza Mazzini, un tratto di via Cadorna, vicolo Cadorna e dia del Mattatoio.


(progetto architetto Ivan Van Mossevelde)

Modalità di accesso:

Accesso libero su strada asfaltata

Indirizzo

Contatti

  • Email: info@comune.labro.ri.it

Pagina aggiornata il 08/03/2024