Comune di Labro

Storia, arte, itinerari turistici. Tutto sul Comune di Labro

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Descrizione

Il paese di Labro fa parte della Provincia di Rieti (Lazio) e confina a Nord-Est con la Provincia di Terni (Umbria). Labro si trova ad un altitudine di 628mn e conta circa 367 abitanti.

Il comune comprende le frazioni di: Colle Sorbo, Colle di Mezzo, Colle Rucciolo, Madonna della Luce, Collicelle, Macchie Basse, Macchie Alte, Colle del Lupo, Colle Sterleta, Collelungo, Case Tolla, Valle Avanzana.

 

I dintorni

I dintorni di Labro costituiscono una delle aree più ricche di monumenti naturali e artistici del Centro d'Italia: da un lato la Valle Santa Reatina - con i suoi molteplici laghi, i santuari di San Francesco, e gli alti monti di sapore alpino - dall'altra le meraviglie dell'Umbria, dalla Cascata delle Marmore alla Valnerina; e poi, di là del valico di Fonte Cerro, la Sabina Solatia, con i suoi dolci colli.
Luoghi ancora intatti, in cui è possibile una vacanza rilassante a contatto con le suggestioni della storia e di una natura maestosa e tuttora integra.

 

Il centro storico

Nel corso del '200 Labro si unì al contado di Rieti e ne seguì le vicende. Questa storia affascinante si legge, ancora oggi, negli edifici conservati attraverso un restauro attento e rigoroso.

Nel borgo si entra attraverso la Porta Reatina, sormontata da un bell'arco a tutto sesto; lo scenario che si presenta, dopo averla attraversata rigorosamente a piedi, è quello di un inerpicarsi di stradine di pietra fiancheggiate da palazzi, dove ogni particolare architettonico ci parla del passato.      
In via  Vittorio Emanuele risalta una bella finestra guelfa ed una porta con bugnato a rilievo che nell'architrave ha la scritta: "actionum gloria finis".      
Nel cuore del paese si trovano le tre porte incastonate in mura che formano una piccola aula, dalle quali si dipartono tre arterie che si snodano nel paese; una di esse conduce al palazzo Nobili Vitelleschi la cui visita riserva mirabili sorprese, da un arredo ben curato ad un archivio completo della famiglia stessa.      
Proseguendo verso la parte alta del paese si arriva alla Chiesa Santa Maria  eretta in collegiata nel 1508.      
Dopo la Chiesa si arriva nella parte più alta del paese dove è presente uno splendido teatrino, cornice di raffinate rappresentazioni, dal quale si può ammirare un emozionante panorama  che si perde all'orizzonte sul lago di Piediluco.

Fuori del paese, presso il cimitero ci sono la Chiesa di Santa Maria della Neve e un antico convento dei Francescani Osservanti che si insediarono alla fine del XVII secolo. Oggi il complesso, accuratamente restaurato, permette di ammirare l'antico e il moderno in perfetta simbiosi.
     
Altre perle di questo posto sono palazzo Crispolti con un bellissimo giardino interno e una antica fonte del XV secolo.

Labro gode di un ampio panorama: i monti innevati del gruppo del Terminillo ad Est, il lago di Piediluco ad Ovest, la strada statale che si inerpica per Leonessa, Cascia, Norcia; crescono il castagno, l'alloro "nobilis"; nelle valli, il vento fruga i prati e fa palpitare le spighe.

Le antiche case, i nobili palazzi sono stati ristrutturati negli ultimi anni dall'architetto Ivan Van Mossevelde; per merito di questo architetto l'inconfondibile silhouette si staglia nuovamente, nitida, nell'azzurro, con i suoi originali contorni. Sopravvissuta e restituita intatta dopo tante calamità, merita di essere conosciuta quale rara testimonianza dell'indole e del paesaggio degli italiani.

 

La storia e l'arte

”Un passato di forte isolamento ha custodito intatto un patrimonio di grande cultura e di arte, pronto a concedersi al visitatore senza riserve, ma preservando le radici del suo passato”.

Ritrovamenti di valore archeologico di insediamenti protostorici avvenuti vicino a Labro attestano come, prima del parziale prosciugamento del Lacus Velinus, avvenuto in epoca romana, le popolazioni si rifugiavano sulle colline per sfuggire al clima malsano.

Incerta è l'origine del nome del paese: per alcuni deriverebbe dal latino "aper, aprum" cinghiale. Secondo una leggenda, la prima fortezza di Labro venne edificata da un patrizio reatino, il signore De' Nobili, il quale, in occasione di una battuta di caccia, aveva fatto promessa di costruire un castello nel luogo dove avrebbe abbattuto il suo primo cinghiale; e, quasi a memoria del fatto, ancor oggi lo stemma del paese reca su di sé l'immagine di un cinghiale sotto una quercia. Per altri, e questa sembra l'ipotesi più probabile, il nome Labro sarebbe una derivazione di "lavabrum" che in latino vuol significare "vasca, bacino": questo anche per la prossimità al paese del lago di Piediluco, un tempo assai più esteso, sul cui bordo il paese sarebbe venuto anticamente a trovarsi.

Labro appare per la prima volta nelle cronache quando, nel 956, re Ottone riunì tutti gli insediamenti sorti nel circondario: è l’inizio dell’era feudale e della storia del paese.

Dal Decimo secolo dell'era moderna si hanno già notizie precise sulla contrada e sul castello di Labro, fatto costruire dai Nobili a somiglianza della Rocca di Spoleto; e dal 956 inizia la storia feudale del paese, quando l'imperatore germanico Ottone I investe Aldobrandino de'Nobili signore di Labro e concede a lui, oltre al titolo suddetto, la signoria di altri 12 castelli situati tra il ducato spoletino e il contado di Rieti.

Il periodo medioevale non fu certo un'epoca tranquilla per Labro: anzi, proprio per le lotte svolte in quel periodo, il paese si fece la fama di centro battagliero; innumerevoli furono le guerre che Labro combatté contro i castelli vicini, e specialmente violente furono quelle contro la rocca di Luco. Proprio per una di queste guerre la famiglia de' Nobili venne a perdere, nella seconda metà del '400, la signoria di Labro e l'inespugnabile arroccamento che sorgeva nella parte alta del paese comprendente, tra l'altro, un'altissima torre dalla cui sommità tutto il cuore d'Italia poteva essere scrutato.

La famiglia Nobili donò nel XII sec. a S. Giovanni in Laterano la quarta parte di Labro per trovare un valido appoggio nella lotta contro o Normanni, che all'apice del loro splendore furono ai confini di Morro. All'antica famiglia dei signori rimase solo la cinta delle mura del castello, e appoggiandosi a questa Giordano De' Nobili, nel XVI secolo edificò un palazzo forte, tutt'ora esistente e di proprietà della famiglia Nobili Vitelleschi .

Neanche i terremoti e le guerre sono riuscite nell'impresa di lasciare il segno. É proprio durante la Seconda Guerra Mondiale che si ricorda un evento che poteva sconvolgere la vita del paese. Durante una rappresaglia cinquantuno uomini di Labro furono messi al muro. Fu solo per il deciso intervento della Marchesa Maria Giovanna, che si riuscì a rimandare l'esecuzione grazie alla sua conoscenza del tedesco e ad una preziosa abilità diplomatica, salvando così la vita di un paese intero.
Nel dopoguerra, a causa dello spopolamento, Labro, rischiava di abbandonare la sua identità storico urbanistica.
Diversamente dal destino seguito dalla maggior parte degli altri borghi medioevali vicini, Labro ha sempre avuto, attraverso i suoi abitanti, la cognizione e la responsabilità di conservare la sua fisionomia e struttura storico architettonica. Possiamo così oggi ammirare Labro come era allora.

Itinerari Turistici

Labro si adagia, con la sua forma a ventaglio, su un colle che si affaccia sulla valle del Fuscello e sul lago di Piediluco mentre alle spalle è dominato dalla catena del Terminillo.

Il turista, passeggiando nelle tortuose stradine di Labro potrà godere di questi paesaggi lacuali e montuosi, da finestre che improvvisamente si aprono tra le abitazioni di pietra e dal belvedere posto sulla sommità del paese.

La struttura portante del paese, si apre seguendo il corso del sole, l’abitato degrada dalla sommità del colle per fasce ben delimitate. La prima, più antica, è quella del castello e della torre, orientato verso est; quindi si incontra la fascia dei palazzi nobiliari, cui segue la fascia delle case della gente comune. Questi tre percorsi principali, uniti fra loro da percorsi secondari,scavati nella roccia, sono la spiegazione della genesi storico - sociale di Labro: il percorso più basso serve una fascia di abitazioni perlopiù unifamiliari, di artigiani o contadini. Il percorso intermedio comprende palazzi di tipo signorile. Il percorso più alto, che funziona anche come via di accesso al castello, è edificato sulla porzione più elevata del colle.

Questa fisionomia, disegnata dalla esigenze del tempo, è passata indenne attraverso la storia, per arrivare intatta ai giorni nostri. Si riesce, con l’immaginario, a sentire ancora il mormorio, le voci e i suoni delle botteghe degli antichi mestieri e non ci si meravigli se da una delle tante cordonate si scorge una dama o un’arciere; siete a Labro, antico borgo medioevale e non avete più nulla che vi riporti al presente. Qui potreste anche desiderare di non tornare più indietro.

 

Come arrivare

da Roma:
strada statale 4 Salaria fino allo svincolo di Rieti Ovest, poi super strada Rieti Terni uscita Piedimoggio

da Perugia:
super strada E 45 fino a Terni, poi ex strada statale 79 fino a Piediluco.

da L'Aquila:
strada statale 4 Salaria fino allo svincolo di Santa Rufina, poi super strada Rieti Terni uscita Piedimoggio.

Modalità di accesso:

Accesso libero

Indirizzo

Contatti

  • Email: info@comune.labro.ri.it

Pagina aggiornata il 12/03/2024