Il complesso dell'ex convento francescano, con annessa chiesa della Madonna della Neve, è situato presso il cimitero del paese, anticamente connesso con questo dalla vecchia strada della fonte e oggi provinciale per Leonessa.
La chiesa quattrocentesca dalla semplice facciata conclusa da un timpano triangolare, in cui si inserisce un rosone con la cornice in pietra privo di spartimenti, e dal bel portale in pietra, è attualmente in buone condizioni per quello che riguarda l'apparato murario.
Il progetto di restauro prevede l'utilizzo del complesso come centro polivalente, con finalità prevalentemente di luogo dedicato ad attività didattiche e culturali residenziali, capaci di attivare sinergie con le attività ricettive e turistiche che si svolgono nel borgo medioevale di Labro.
Il progetto di recupero. In particolare il progetto prevede una struttura per l'organizzazione di convegni in sinergia con le altre iniziative residenti nel centro storico, una serie di spazi per le attività residenziali del centro nonché per le altre attività turistiche e culturali come l'organizzazione di esposizioni, seminari e concerti, una biblioteca-centro studi, gli spazi di servizio necessari, comprendenti la ricezione, gli uffici amministrativi, gli spazi tecnici, una caffetteria. Completa l'intervento una struttura ricettiva costituita da una foresteria di dodici camere con servizio.
Lo spazio della corte interna e la sala convegni potranno lavorare in sinergia con il Teatrino di Labro, realizzando un insieme di spazi con caratteristiche diverse, ma estremamente interessanti per l'organizzazione di attività musicali e teatrali.
L'intervento prevede differenti esigenze di recupero, in modo da renderne possibile una lettura storica mediante l'evidenziazione delle successive modificazione avvenute nel tempo.
A tal scopo ove le condizioni di conservazione lo consentono sono stati privilegiati gli interventi di recupero conservativo ed ove invece lo stato del manufatto non lo permetteva, interventi di ripristino mediante l'inserimento di nuovi apparati murari in mattoni, orizzontamenti e coperture. É stato in ogni caso favorito l'inserimento di tecnologie usuali e legate alla tradizione materiale del luogo, che non giocassero solamente le note della dissonanza ma che cercassero, pur nella rigorosa distinzione fra le parti preesistenti e parti inserite, un dialogo teso a ricomporre una nuova unità.
La metodologia di recupero dell'intervento, oltre a nascere da esigenze strutturali,definisce l'intervento architettonico come direttamente derivato dalla preesistenza. La maggiore o minore visibilità della struttura interna disegna così la linea dei resti murari, fondendoli nella nuova sagoma del'edificio.
Tutti i muri di completamento sono posizionati direttamente sull'impronta dei resti dei muri trasversali e configurano quindi gli spazi interni con gli stessi ritmi di quelli preesistenti.Il materiale scelto per i muri di completamento è il mattone " a mano " di colore rosato-giallo paglierino chiaro, che oltre ad essere cromaticamente adeguato è in ogni caso presente nella muratura preesistente nelle architravure e in alcuni tratti di cucitura. la muratura in mattoni ci permette di avere materiale formalmente flessibile, legato alla tradizione e nello stesso tempo omogeneo tecnologicamente al costruito e sufficientemente differenziato.
(progetto architetto Fabio Pitoni)